L’Unità di ricerca dell’Università di Catania è composta da Simona Inserra – che ha coordinato i lavori – e da Francesca Aiello, Corrado Di Mauro, Debora Di Pietro, Marco Lugnan, Marco Palma e Laura Rogari. Nei tre anni del progetto il gruppo di studiosi ha lavorato al censimento e alla descrizione degli incunaboli conservati a Montecassino e ha collaborato alle fasi della digitalizzazione attraverso le attività di selezione dei materiali e di metadatazione; il gruppo si è interfacciato con ISTC (Incunabula Short Title Catalogue), per il tramite dell’Ufficio Incunaboli della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, per l’aggiunta o la correzione di alcuni dati del repertorio internazionale, ha completato la catalogazione degli incunaboli in OPAC SBN e ha descritto gli esemplari e le provenienze in MEI (Material Evidence in Incunabula).

La prima fase del censimento ha portato all’individuazione di alcune mancanze e di alcuni incunaboli che non erano stati identificati né durante la campagna di catalogazione del 1929, che portò alla pubblicazione, a cura di Itala Santinelli Fraschetti e Camillo Scaccia Scarafoni, del Catalogo degli incunabuli di Montecassino, per i tipi della Badia di Montecassino, né nel periodo successivo. In occasione della redazione del Catalogo del 1929, i due incunabolisti individuarono e descrissero sinteticamente 252 edizioni, suddivise tra la Biblioteca Monumentale, che ne possedeva 189, e la Biblioteca Privata, che ne aveva 63. Al gruppo della Biblioteca monumentale appartenevano gli esemplari dell’originaria raccolta cassinese, poi divenuta Biblioteca pubblica statale annessa al Monumento nazionale di Montecassino, individuati a quell’altezza temporale, e descritti nelle schede dalla 1 alla 189 del Catalogo;le edizioni erano elencate in ordine alfabetico secondo il nome dell’autore; di ciascuna erano forniti i dati d’edizione, il riferimento ai maggiori repertori, e, per quanto riguardava l’esemplare, si segnalavano informazioni relative alla legatura, con l’aggiunta di ulteriori notizie sull’eventuale raggruppamento in miscellanea. Dell’originaria raccolta cassinese facevano parte esemplari di edizioni datate tra il 1459 (Guillaume Durand, Rationale divinorum officiorum, stampato a Magonza da Johann Fust e Peter Schoeffer) e il 1500 e, di gran rilievo, il Lattanzio del 1465.
Rispetto agli incunaboli elencati nel catalogo del 1929, oggi mancano quelli descritti ai numeri: 39 (un esemplare dell’editio princeps dell’Organon di Aristotele in greco stampata a Venezia da Aldo Manuzio tra il 1495 e il 1498), rubato da De Caro e sodali, come si evince dalla denuncia presentata ai Carabinieri e dall’ulteriore documentazione consultata, relativa a questo e agli altri esemplari sottratti e indicati di seguito; 40 (un esemplare della Articella stampata a Padova da Nicolas Petri intorno al 1476); 108 (un esemplare del Decretum di Graziano stampato a Venezia da Nicolas Jenson nel 1474); 130 (un esemplare del De rerum natura di Lucrezio, stampato a Venezia da Aldo Manuzio nel 1500); 163 (un esemplare della Epitoma in Almagestum Ptolomaei del Regiomontano, stampata a Venezia nel 1496 da Johann Hamman), rubato da De Caro e sodali; 164 (un esemplare del Kalendarium del Regiomontano stampato ad Augsburg da Erhard Ratdolt nel 1489), rubato da De Caro e sodali; alcune xilografie estratte dall’esemplare del Liber chronicarum di Hartmann Schedel, descritto al numero 171, anche queste rubate da De Caro e sodali; 183 (un esemplare del Tractatus de efficacia aquae benedictae di Juan de Torquemada, che il catalogo indicava come «S.n.t. [sec. XV?]»).
Agli esemplari descritti nel catalogo del 1929 devono essere aggiunti una serie di esemplari individuati durante la nostra attività di censimento, non presenti in ISTC, di cui si fornirà una dettagliata descrizione nel catalogo Incunaboli a Montecassino (Viella, 2025).
Per quanto concerne la Biblioteca privata, ad essa appartenevano 63 edizioni in tutto; un’avvertenza posta nella prefazione al Catalogo chiariva la natura aperta della raccolta: «la collezioncina è in continuo aumento». E infatti oggi, a distanza di quasi un secolo, registriamo la presenza di 75 edizioni in 79 unità librarie. Si tratta, in questo caso, della collezione creata dai monaci all’indomani della soppressione dei beni ecclesiastici e del sequestro delle raccolte dell’Abbazia, grazie soprattutto ad alcune donazioni e a qualche campagna di acquisto. L’edizione più antica è rappresentata, nel catalogo del 1929, dall’esemplare di un’edizione contenente testi sulla Vita et transitus di san Girolamo, di vari autori (lo pseudo-Sebastiano da Cassino, lo pseudo-Eusebio da Cremona, lo pseudo-Agostino, lo pseudo-Cirillo e altri testi anonimi, ma tutti dedicati a san Girolamo), stampata a Venezia da Bartolomeo da Cremona nel 1473. Segue, in ordine cronologico, l’esemplare della Pharsalia di Lucano con l’ampio commento di Ognibene Bonisoli, stampata a Venezia nel 1475.
Rispetto agli incunaboli elencati nel catalogo del 1929, oggi mancano quelli descritti ai numeri: 9 (198), un esemplare della Regula di san Benedetto stampata a Venezia da Bernardino Benali nel 1489; 25 (214), un esemplare della Commedia commentata da Cristoforo Landino, stampata a Venezia da Pietro di Quarengi nel 1497; 27 (216), un esemplare del De vita libri tres di Marsilio Ficino, stampato a Firenze nel 1489 da Antonio di Bartolommeo Miscomini); 31 (220), un esemplare del Dialogorum liber secundus de vita et miraculis sancti Benedicti di Gregorio Magno, stampato nella città lagunare da Bernardino Benali nel 1490; 39 (228), un esemplare del De imitatione Christi stampato anch’esso a Venezia da Francesco de Madiis nel 1486; 41 (230), ancora un esemplare del De imitatione Christi stampato a Venezia da Bernardino Benali nel 1488; 62 (251), un esemplare dei Facta et dicta memorabilia di Valerio Massimo, stampati ancora a Venezia dai tipografi che si segnano con le sigle P.F., B.R., S.F., Z.F., nel 1478.
In questa fase degli studi non siamo in grado di dire se De Caro e i suoi sodali siano intervenuti anche su questa parte della raccolta, tranne per quanto riguarda un esemplare dell’edizione del 1497 della Commedia, con il commento di Cristoforo Landino, stampata a Venezia da Pietro Quarengi. Alla data di oggi, al netto dei deplorevoli furti e considerando sia il rinvenimento di edizioni del Quattrocento all’interno di miscellanee contenenti testi del secolo successivo, sia ulteriori acquisizioni della Biblioteca monastica “Paolo Diacono”, il numero complessivo degli oggetti fisici e, di conseguenza, sulla base del nostro modello descrittivo, delle schede che sono inserite all’interno del catalogo Incunaboli a Montecassino, ammonta a 254: 175 relative alla Biblioteca statale e 79 di pertinenza della Biblioteca monastica.
Nel complesso sono rappresentate in tutto 265 edizioni del XV secolo: 188 della Statale e 77 della Monastica (considerando due casi di dubbia attribuzione al XV secolo, che si trovano descritti in calce al catalogo). Gli incunaboli, tranne sei esposti nelle teche del Museo dell’Abbazia, si trovano tutti nel fondo antico della Biblioteca, separati tra gli scaffali della Statale e quelli della Monastica.


Le attività di descrizione e gli studi condotti contestualmente e relativi all’individuazione delle provenienze dei singoli esemplari, hanno permesso di portare alla luce i nomi dei possessori – enti o singoli individui – che nel corso dei secoli hanno avuto in mano questi incunaboli; una serrata ricerca all’interno della documentazione archivistica dell’Abbazia, relativa ai secoli XVI-XIX, ha fornito alcuni dati interessanti, a corredo di quanto già noto, relativamente agli acquisti, alle donazioni e agli scambi effettuati durante quei secoli.
Per quanto riguarda le attività di digitalizzazione, in questa fase del progetto esse hanno riguardato solo gli incunaboli appartenenti alla Biblioteca statale.
La possibilità di digitalizzarli e di inserire le immagini di ciascun volume, con il corredo delle informazioni indispensabili, all’interno del sistema digitale integrato di MeMo, offre ai nostri incunaboli una visibilità sinora mai avuta e consente di aggiungere un tassello importante al progetto di digitalizzazione degli incunaboli delle biblioteche monastiche in Italia, avviato nel 2018 sotto la direzione scientifica e il coordinamento organizzativo della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, con la collaborazione del CERL (Consortium of European Research Library) e il sostegno economico della Fondazione Polonsky; il progetto ha dato vita, nel 2020, al portale BM Biblioteche Monastiche, dove sono già descritti e digitalizzati i 206 incunaboli della Biblioteca del Monastero di Santa Scolastica di Subiaco.
Le ricerche effettuate presso l’Ufficio Incunaboli della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e la consultazione della documentazione archivistica relativa agli scambi tra IGI (Indice Generale degli Incunaboli delle biblioteche d’Italia) e la biblioteca di Montecassino, hanno permesso di acquisire una serie di elementi importanti relativi alla storia degli incunaboli di Montecassino e al loro trattamento catalografico, nonché agli interventi di restauro condotti su alcuni esemplari.
Il risultato più significativo della nostra Unità di ricerca è la pubblicazione, nel 2025, del catalogo Incunaboli a Montecassino,nella collana Incunaboli diretta da Marco Palma, per i tipi dell’editore Viella. Il catalogo, preceduto da una Storia della biblioteca redatta da don Mariano Dell’Omo, è redatto secondo un modello sperimentato nell’ultimo decennio e consistente nell’applicazione, al patrimonio dei libri a stampa del Quattrocento, della metodologia elaborata per la catalogazione dei manoscritti. Si tratta di descrizioni fondate su una analisi dettagliata degli esemplari, che rovesciano, in un certo senso, la prospettiva delle descrizioni incunabulistiche; l’attenzione, infatti, è spostata dall’edizione verso il singolo esemplare, considerato portatore di elementi che, descritti e studiati, possono offrire, tra l’altro, anche una maggiore comprensione degli aspetti legati alla manifattura tipografica di un libro del Quattrocento, partendo dal modello della copia manoscritta. La cura nell’osservazione degli apporti materiali presenti su ciascun esemplare (note di lettura, ex libris, ex dono, timbri e note di possesso, miniature, stravolgimenti nella sequenza dei fascicoli, danni, manipolazioni, restauri, caratteristiche della legatura e stato di conservazione), favorisce la possibilità di mettere in luce elementi indispensabili alla migliore comprensione della storia di ogni oggetto fisico. Questa metodologia ha portato alla individuazione di numerosissime tracce di provenienza che permettono di conoscere, almeno in parte, i viaggi percorsi da ogni incunabolo nel tempo e nello spazio, dal momento della stampa sino all’arrivo a Montecassino.
Tra i risultati di maggiore rilevanza per la comunità scientifica internazionale si segnalano l’arricchimento delle descrizioni degli incunaboli in OPAC SBN, l’aggiornamento delle informazioni contenute nell’Incunabula Short Title Catalogue – attraverso la segnalazione di dati inesatti o incompleti e l’inserimento di nuove notizie bibliografiche – e la registrazione dei possessori in MEI (Material Evidence in Incunabula), comprensiva della creazione delle relative schede e della documentazione dei dati materiali osservati negli esemplari. Una parte dei risultati conseguiti nel corso del triennio di ricerca è stata illustrata pubblicamente il 27 e 28 febbraio 2025 durante il convegno internazionale In balia del tempo e dello spazio: libri in movimento nella prima età moderna, tenutosi presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.