L’Unità di Ricerca dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale costituisce il nucleo operativo del progetto MeMo – Memory of Montecassino, promosso all’interno del laboratorio LIBeR (Libro e Ricerca). Nato da un’idea condivisa da Roberta Casavecchia, Marilena Maniaci, Giulia Orofino e Nicola Tangari – quest’ultimo anche responsabile nazionale del PRIN – il progetto si inserisce in una più ampia strategia di studio, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio manoscritto e documentario dell’antica abbazia cassinese.
Nel corso del triennio PRIN 2020 (CUP H33C22000060001), l’unità ha coordinato un’intensa campagna di censimento, descrizione scientifica e digitalizzazione di oltre 270 manoscritti dell’Archivio di Montecassino, selezionati tra quelli più significativi dal punto di vista codicologico, liturgico e storico-documentario. Tra questi, circa 217 codici sono stati catalogati secondo gli standard ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico) e MOL Liturgica, e resi disponibili attraverso la banca dati Manus Online; oltre 190 manoscritti sono stati digitalizzati in alta definizione, e più di 170 sono oggi consultabili attraverso la biblioteca digitale MeMo.dl e il portale Omnes.
Il lavoro si è avvalso di una stretta collaborazione con il partner tecnologico DBSeret, che ha progettato e realizzato la piattaforma interoperabile MeMo.dl, basata su standard aperti e condivisi come IIIF (International Image Interoperability Framework) e TEI msDesc per la descrizione testuale dei manoscritti. L’integrazione tra descrizione scientifica e tecnologie digitali ha permesso di costruire un sistema di fruizione avanzato e accessibile, che coniuga rigore accademico e apertura verso un pubblico più ampio.
Le attività sono state coordinate da Federica Gargano, con la collaborazione di Angela Cossu, Chiara De Angelis, Federica De Angelis, Mariangela Palombo, Nina Sietis ed Elvira Zambardi per la catalogazione; Giuseppina Civitillo e Ylenia Nardone per la digitalizzazione; Fabio Brandi per la postproduzione delle immagini; Marta Silvia Filippini per l’analisi delle condizioni materiali e conservative dei manoscritti [si veda la pagina Chi siamo].
Un elemento distintivo del progetto è stato il coinvolgimento attivo di giovani studiose e studiosi, inseriti nei lavori attraverso percorsi formativi, tesi di laurea magistrale e progetti di dottorato, in un’ottica di formazione alla ricerca e trasmissione delle competenze nel campo della codicologia e della descrizione digitale.
Tra i risultati più significativi si segnala la digitalizzazione e valorizzazione del Cod. 318, manoscritto musicale in minuscola beneventana contenente il Micrologus di Guido d’Arezzo, oggi accessibile online in alta risoluzione, corredato da una scheda descrittiva dettagliata che ne ricostruisce la storia, l’apparato musicale e le caratteristiche materiali.
L’unità continua a operare come centro di competenze e sperimentazione nel campo dell’umanistica digitale applicata ai beni librari, con un’attenzione costante alla conservazione, alla condivisione e alla rielaborazione dei contenuti culturali secondo principi di interoperabilità, sostenibilità e apertura.