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Scriptorium

1. Lo scriptorium cassinese nel Medioevo

L’Abbazia cassinese è stata una delle più importanti realtà europee di produzione e conservazione libraria. Codici e lettura compaiono, infatti, già nella Montecassino delle origini e nella Regola del suo fondatore Benedetto. I monaci erano tenuti a leggere e studiare sia in comune che in privato, attenendosi ad una precettistica rigorosa che inseriva la lettura e lo studio fra le attività quotidiane.

Alla prospettiva di Benedetto – come più in generale al monachesimo delle origini– era estranea l’idea stessa di cultura: la lettura, prescritta dalla Regola, aveva come oggetto le Sacre Scritture, le opere dei Padri, i testi finalizzati alla celebrazione del culto e alla preghiera personale. Nell’alto Medioevo libro e scrittura diventano strumenti con cui la scuola monastica si sostituisce a quella tardoantica e il lavoro di copia diventa un’attività offerta al Signore per l’espiazione dei peccati e la salvezza dell’anima. Scattano così anche meccanismi di conservazione di libri e documenti. I primi codici prodotti a Montecassino, a partire dalla fine del secolo VIII, sono espressione di una cultura ancorata alle radici della Regola, ripiegata sull’insegnamento scolastico e sulle esigenze tecnico-pratiche dei monaci. Nell’organizzazione scolastica, nella manifattura libraria e nell’incremento bibliotecario della Montecassino del periodo svolge un ruolo essenziale la figura di Paolo Diacono (Cividale del Friuli 720 – Montecassino 799), monaco, storico e autore della Historia Langobardorum educato alla corte longobarda di Pavia. L’inizio di una nuova fase per lo scriptorium cassinese è segnato, però, dal rientro dei monaci sul Sacro Monte, dopo la parentesi capuana dall’883 al 950. Una produzione libraria incerta stilisticamente, ma consistente quantitativamente e diffusa capillarmente nelle dipendenze e prepositure dell’Abbazia e anche oltre i confini del territorio. Il patrimonio librario delle epoche precedenti viene consapevolmente rivisitato, ai fini della creazione di nuove tipologie testuali, grafiche, artistiche.

2. Età teobaldiana e desideriana 

Alla stagione d’oro di Montecassino contribuirono i grandi abati dell’XI secolo, Teobaldo (1022-1035) e soprattutto Desiderio (1058-1087), accomunati da un’intensa attività di costruzione di edifici, acquisizione di suppellettili liturgiche, produzione libraria. L’età dell’abate Desiderio, divenuto poi papa con il nome di Vittore III, segna il vertice della produzione libraria del cenobio benedettino. Durante il suo abbaziato viene ricostruita splendidamente, in soli 5 anni (1066-1071), la basilica, e il monastero si arricchisce di mosaici, smalti, oreficeria liturgica, che testimoniano, tra le altre cose, l’importanza delle influenze bizantine nel processo formativo delle maestranze cassinesi. Al mecenatismo architettonico si affianca quello librario: sono anni importanti per lo scriptorium, con la messa a punto della scrittura beneventana nella sua forma classica e l’allestimento di un corpus di circa 70 codici, molti dei quali splendidamente miniati. Sebbene la vitalità di Montecassino non si esaurisca con la fine dell’età d’oro legata all’abate Desiderio, e al suo immediato successore Oderisio, morto nel 1105, tra la fine del secolo XI e la prima metà del secolo XII inizia il lento declino politico dell’Abbazia, che si trova coinvolta nelle lotte tra papato e Normanni e nello scisma anacletano (1130), eventi che causano il venir meno della sua secolare autonomia, con riflessi negativi anche sulla sua attività artistica e culturale. Nonostante ciò, l’attività dello scriptorium non si interrompe nel XII e nel XIII secolo, anche se la storia della sua produzione libraria è stata spesso ingiustamente trascurata dagli studiosi, che l’hanno ritenuta una fase di stagnazione, in cui l’opera di trascrizione e di decorazione dei codici ripropone stancamente, in forme sempre meno sorvegliate, i modelli della Initialornamentik cassinese fissati nel periodo desideriano. Al contrario, studi recenti stanno dimostrando come lo scriptorium cassinese, pur fortemente ancorato alla sua tradizione locale di trascrizione e decorazione dei testi, si apra ad influssi provenienti dall’esterno. Il secolo XII, in particolare, è un momento di grandi cambiamenti e trasformazioni per Montecassino: si afferma, infatti, una nuova scrittura, la carolina. 

3. Lo scriptorium nel Rinascimento e nel Cinquecento

Tuttavia la storia dell’Abbazia conosce un periodo di profonda decadenza, dovuta alla perdita dell’autonomia, alle guerre, al suo diventare una pedina nei giochi di potere dell’Italia del Rinascimento.
La committenza dei codici cassinesi, enfatizzando la perfezione e la sontuosità dei loro apparati codicologici, paleografici e decorativi, è centrale nel contesto religioso del Cinquecento ed è volta alla promozione del ruolo di Montecassino quale centro e guida del mondo benedettino italiano, sulla scia di una tradizione che prosegue oltre le soglie del Medioevo. 

4. Montecassino oggi

Montecassino è uno dei rari esempi di monastero medievale che conserva ancora oggi una quota consistente di codici prodotti nel proprio scriptorium o acquisiti dall’esterno. Tali libri sono la testimonianza pressoché unica dell’antico splendore dell’Abbazia, essendo scomparse o sopravvissute in forma frammentaria le altre testimonianze artistiche, a loro volta ricostruibili prevalentemente, e solo in minima parte, attraverso la memoria indiretta delle fonti scritte. Nel corso dei secoli, il monastero benedettino ha rivestito, così, un ruolo centrale per la trasmissione dei testi, antichi e medievali, la maturazione di una specifica scrittura-la minuscola beneventana ‘cassinese’-, lo sviluppo di una tradizione decorativa originale, il perfezionamento e la reinterpretazione di tipologie librarie peculiari.